"Leda e il cigno"


Data: 1742
    
Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 59 x 73 cm.

Ubicazione attuale: National Museum (Stocolmo, Svezzia)

Il dipinto rappresenta una scena molto famosa e rappresentanta da tantissimi pittori, di diversi periodi:il mito dell’incontro di Zeus, nella forma del cigno con Leda.
Leda, figlia di Testio, era la regina di Sparta; madre di Clitennestra ed Elena, 
quest’ultima la causante della guerra di Troia.
 
Zeus se ne innamorò di questa regina e per poter vederla, con la forma di un cigno, scese dal cielo e raggiunse la vetta del monte Taigeto, dove si trovava lei, dormendo sulle sponde di un laghetto. Zeus, nel corpo del cigno col suo collo acarezzò il viso di Leda, oltre i suoi capeli e le sue braccia.
Dopo questo incontro amoroso, Zeus si fece riconoscere da lei e preannunciò che dal loro amore sarebbero nati due gemelli: Càstore e Pollùce

Nella pittura di Boucher che rappresenta questo famoso mito, possiamo vedere il basso attacco da parte dell’autore alla storia originale, la quale non si cita la presenza di un’altra donna accompagnando la regina.

La composizione dell’opera è dinamica, il movimento si vede rappresentato in elementi come le braccia che si mostrano con l’intenzione di essercitare un’azione, e le stoffe sotto le due donne, le quali danno una sensazione di movimento.

La pittura del francese si commincia a leggere dalla parte centrale dell’opera dove si trovano le due donne e ha una lettura piramidale, nata dai corpi nudi delle due protagoniste. Si commincia guardando la faccia di Leda, che sarebbe la ragazza più vicina al cigno, cioè quella di sinistra. Dopo l’attenzione si mette nell’altra donna e posteriormente si vede il complesso delle due donne e il cigno con le stoffe rosse e gialle dietro. Finalmente lo sguardo cattura l’immagine intera, con il fondo selvaggio dietro le figure principali.

I pesi visivi dell’opera sono determinati dai colori i quali sono in totale contrasto gli uno dagli altri. Le donne vengono illuminate da una luce proveniente dalla parte sinistra e risaltano dall’intera opera dovuto alle pelle chiare che hanno, le quali contrastano con il fondo, boscaggio e scuro che si trova dietro di loro. Anche questo contrasto si vede favorito per le stoffe che sono sotto le protagoniste, le quali sono di un colore molto forte, come è il rosso e il giallo.

Particolare è in quest’opera la presenza del cigno che non riflette l’immagine di un dio che vuole insinuarsele alla regina. Infatti in questa pittura, in relazione ad altre che rappresentano questa scena, la sensualità che doveva esprimere il cigno si perde.

"Il bagno di Diana"

Data: 1742
    
Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 135 x 170 cm.

Ubicazione attuale: Musée du Louvre (Parigi, Francia)

La dea Diana o anche conoscuita come Artemide, nella coltura greca, è la protagonista di quest’opera di François Boucher. La dea cacciatrice abbandona il suo carattere capriccioso e testardo. Si può riconoscere la dea dai suoi attributi caratteristici: la mezzaluna d'oro che indossa nei capelli in riferimento al suo legame con la luna, così come l'arco con le frecce ed alcune prede e i cani di caccia. Ma più importanti qui sono i tratti di moda sotto il regno di Luigi XV: la carnagione lattea, piccolo viso, e figura sinuosa. Il suo stato verginale la distanza da ogni mala intenzione, lei rivela la sua nudità con franchezza e la totale mancanza di pruderie, come una debuttante al mondo romantico.


La dea è la figura centrale e principale dell’opera, alla quale gli segue la ninfa accanto a lei e posteriormente tutto ciò che circonda le due figure. Il colore delle piante, della stoffa e di altri elementi, tale come i cani e le freccie, fanno risaltare le due donne, le quali illuminano l’intera pittura, con il colore chiaro delle sue figure nude.

Boucher è soprattutto interessato al rapporto tra il corpo e la natura. Il blu intenso del panneggio è compensato dalla freschezza della pelle rosea e tenue verde del paesaggio. Il trattamento del nudo femminile è particolarmente delicato qui il modellamento del corpo è
molto sensuale, in quanto è costruito interamente della luce proveniente da sinistra del dipinto.
Questo quadro, come avviene per molte opere rococò, si distribuisce lungo una diagonale, la quale si distribuisce dall’angolo superiore destro all’angolo opposto. È la diagonale lungo la quale si colloca la figura di Diana. Il resto è armonizzato in equilibrio a questa linea, in particolare il grande mantello azzurro, che crea una cornice affascinante per il chiaro corpo della dea.

"Madame de Pompadour"


Data: 1756

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 210 x 157 cm.

Ubicazione attuale: Alte Pinakothek (Monaco)


In quest’opera possiamo verdere Jeanne Antoniette Poisson, più nota con il nome di marchesa de Pompadour, amica e alunna dell’autore. La colta dama di palazzo, però e conosciuta principalmente per essere amata da Luigi XV.

La composizione dell’opera è centrale, trovandosi la marchesa nel centro.
La lettura dell’opera è di forma ascendente, cominciando dalla donna distesa su un divano, guardando a continuazione di questa, la grande specchiera rococò alle spalle della dama, dove vengono riflette una libreria sormontata da uno splendido orologio e la testa della marchesa, elegantemente acconciata. Finalmente lo sguardo scende verso la parte inferiore dell’opera, prima la parte destra dove c’è il tavolino a fianco della poltrona, che ha le gambe arcuate secondo il gusto dei mobili dell’epoca, come si puo vedere anche nel dipinto del pittore Jean-Baptiste Oudry “Il panchetto di lacca”; posteriormente finiamo guardando il piccolo cagnolino nero, simbolo di fedeltà, in questo caso, fedeltà del rè verso di lei.

La marchesa è la protagonista indiscussa della pittura. La bella cortigiana siede mollemente su un sofà, truccata e incipriata, con lo sguardo sereno e un libro in mano, mentre a terra e sotto lo scrittoio si vedono altri fogli e altri libri, questi segni indicano le tendenze culturali della Pompadour.

Le sue vesti di colore verde inteso, con i piccoli fiori rossi, dello stesso colore del corpetto, risaltano del giallo dorato che la circonda. Boucher indugia sull’eleganza dei dettagli: il vestito sontuoso, le scarpette, i fiocchi e le rose che oranno le vesti, il collo e i capelli sono in perfetta sintonia con gli arredi raffinati del salottino rococò.

La luce che entra nella stanza illumina in particolare il volto sorridente e disteso della Pompadour, il cui viso, quale punto di maggior intensità luminosa, diviene il centro d’attrazione dello sguardo dell’osservatore.